Lettera di ringraziamento di Alessandro Polignani Caropreso – Roma

Scrivo queste parole per spiegare brevemente alcune impressioni che ho avuto e che difficilmente sono riuscito a esprimere a causa della mia natura molto riservata, che di certo non mi aiuta nel rapporto con gli altri; Ma ora ho il dovere di spiegarli in qualche modo, poiché credo che dentro di me sia successo qualcosa che è riuscito a cambiare la mia vita e che anche questo mi ha dato il senso della vita stessa. Questi sono i fatti. Tutto è iniziato quando, dopo anni di lavoro, per una valutazione personale sbagliata e anche per essere stato fuorviato (ma ora lo capisco), mi sono dimesso dall’azienda e mi sono trasferito in un’altra, che dopo sei mesi va a picco. Inizia qui il mio calvario, in cui sono passati quasi due anni, poiché allo stesso tempo perdo anche l’affetto più grande, da quando muore mia madre, e questo mi provoca uno stato di smarrimento, di vuoto interiore che è insormontabile: ho come la sensazione di trovarmi su un sentiero in discesa in cui non abbaglio nemmeno il fondo e che non potrò mai superare.

In questo periodo tutto finisce per essere in discussione nella mia privacy, nella mia vita, in tutto quello che ho fatto, sia esso buono o cattivo; tutto mi sembra senza senso, anche la vita stessa! Sì, non ho remore a confessare che a volte ho anche pensato che avrei potuto almeno avere il coraggio di porre fine alla mia vita. È un atto di vigliaccheria non saper affrontare le difficoltà della vita, ma ci sono momenti così tormentati che non sempre è possibile riflettere con la dovuta lucidità, e se mancano i valori è facile cadere in indebite tentazioni. In questo caso, la mia ancora di salvezza è stata la famiglia: l’affetto dei miei presunti è stato per me il sostegno, la prima pietra su cui basare la mia guarigione. Adesso posso fare un “caso”, ma forse qualcuno saprà interpretare in modo più pertinente a chi dare il merito di quanto segue.

Nell’ambiente di lavoro di mia moglie Olga abbiamo incontrato una signora, alla quale abbiamo spiegato il nostro momento tormentato, e ci ha regalato una foto con una preghiera di una zia boliviana di suo marito che si era dedicata profusamente ad alleviare le sofferenze della gente del suo Paese colpito da miseria, malattie, sofferenze e ci ha consigliato di dire questa preghiera almeno una volta al giorno.

All’inizio l’ho letto con una certa superficialità, come si leggono spesso quelle frasi che sono scritte sul retro dei francobolli, poi un giorno ho preso il timbro, mi sono seduto e ho cominciato a leggere la frase con maggiore interesse, facendo attenzione a quello che stavo leggendo , al significato delle parole, e mentre leggevo ho sentito che qualcosa si agitava dentro di me, come se quel velo che mi copriva gli occhi si stesse schiarendo e potessi finalmente intravedere quella luce che mi avrebbe guidato verso l’uscita di quel tunnel senza fondo . In quella frase ho trovato le parole che cercavo, perché solo chi si lascia trasportare senza riserve e senza paura può trovare il coraggio di combattere e di affrontare anche i momenti più difficili; così, tra le righe di quella frase, ho trovato il coraggio di ricominciare, affidando a quelle parole il timone della mia vita, sia nella tempesta che nella calma.

Come è scritto nella frase, non dovevo fare altro che affidarmi a lui con il timone della mia vita e lasciarmi guidare. Così ho cominciato a leggerlo più spesso e con maggiore attenzione, dedicandovi una breve riflessione, anche per pochi istanti, e questo è diventato per me una medicina lenitiva che alleviava quel senso di smarrimento.

In questo modo, spinto da questa nuova linfa vitale, ho trovato il coraggio di tornare indietro e chiedere, con grande umiltà, di essere reintegrato nell’azienda in cui ero veramente cresciuto, da quando ho iniziato a lavorarci a soli 22 anni.

Non è stato facile vincere le resistenze che ho incontrato, ma ero convinto che avrei trionfato poiché dentro di me e intorno a me ho sentito la forza della signora Virginia, alla quale, attraverso la recitazione delle sue preghiere, avevo affidato il tutte le mie speranze.

 

Ho sempre fiducia nella sua intercessione e spero di poterla presto annoverare tra i beati. Con affetto Alessandro Polignani Caropreso

 

 

 

Roma, 31/07/2002